Nel tardo pomeriggio dell’8 maggio, dopo solo quattro scrutini, è stato eletto il nuovo papa della Chiesa cattolica. Nelle previsioni che si rincorrevano frenetiche nei giorni precedenti, il suo non era certo tra i nomi più gettonati. Per questo, per molti è stata una sorpresa veder affacciarsi dal balcone di San Pietro Robert Francis Prevost, il primo nord americano (e agostiniano) a diventare pontefice. Ha scelto il nome di Leone XIV, in continuità con quel Leone XIII passato alla storia per l’enciclica “Rerum Novarum” con cui per la prima volta la Chiesa prendeva posizione in merito a questioni sociali.
In un momento difficile per il pianeta, tra guerre in atto e annunciate, un’economia in crisi, le difficoltà di dialogo internazionale e i conflitti sociali, si spera che questo papa possa aprire nuove vie di pace e fratellanza. In continuità con Francesco, proprio la parola pace è stata una delle prime e più pronunciate dal nuovo successore di Pietro.
Per tanti anni vescovo a Chiclayo, in Perù, Prevost ha da sempre avuto un’attenzione speciale per gli ultimi, i poveri, ma senza mai perdere di vista la centralità di Dio. Il suo è un nome che, si auspica, riuscirà a mettere d’accordo e tenere insieme la Chiesa tutta: la sua figura è, per molti, la sintesi tra la Chiesa istituzionale e quella missionaria.
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